- Di Ermanno Ferrini
Era da poco finita “Italia 90”.
Qualche radio, non aggiornata o nostalgica, mandava ancora in onda le “Notti Magiche” della Nannini e di Bennato.
Gli occhi spiritati di Totò Schillaci non avevano gioito per il terzo posto della Nazionale di Azeglio Vicini.
Perchè: “Quando c’è Zenga tra i pali, l’Italia fuori ai Mondiali. Caniggia, gol di testa. Tutta Firenze in festa”. La ferita per la vendita di Roberto Baggio era ancora aperta. E la frattura con la Federcalcio, ritenuta parte attiva e complice di quel trasferimento, insanabile.
Il ricordo dei fatti di Piazza Savonarola, ancora impresso nelle menti, nei cuori, e nei Registri del Tribunale. Ma si era aperto un nuovo capitolo.
Finita in modo traumatico l’era Pontello, ora c’era la Fiorentina di Marione Cecchi Gori. E tante speranze riposte nel Presidente tifoso. La squadra era in ritiro a Casteldelpiano, sul versante dell’Amiata che guarda il mare. Sicchè, una domenica, si decide di andare a vedere la partitella d’esordio contro la Pianese. Una scampagnata con gli amici del Bar Marisa. Gente tranquilla. Padri di famiglia che non cercano mai noie.
La partita si gioca nel tardo pomeriggio. E così si fissa anche la cena. Al ristorante di un albergo. Si da il caso che, il giorno successivo, io debba andare dalle parti di Follonica. A far visita ad una signora in vacanza in un villaggio della zona. “Non arrivare tanto presto. Perchè mio marito lavora a Firenze nel pomeriggio. E va via verso le undici”, mi aveva detto.
E allora, anziché tornare a casa, decido di prenotare una camera. E scendere, con calma, il lunedì mattina verso il mare. Ci si sistema all’ombra. Su un declivio naturale. Applausi e incitamenti per tutti. Una festa tranquilla. Ma…..
Ma, a un certo punto, arrivano due tizi dall’accento aretino. Capitati chissà come. Due omoni, stile boscaiolo. Grossi, rozzi. E cominciano a provocare.
- Alò, cittini, Baggio ora e ce s’ha noi.
- Quest’anno, quando che s’artorna a Torino, e ve se saluta
Do un’ occhiata ai miei amici. Ma scuotono il capo. Come detto, gente troppo tranquilla. Mentre mi va il sangue al cervello, e sto per esplodere, ho una visione. Non chiara, ma incoraggiante. Dall’altra parte del campo, mi par di riconoscere quattro bravi ragazzi del Calcio in Costume. Non dei Verdi, il mio colore. Ma, passato San Giovanni, siamo tutti viola. C’è anche un baracchino che vende bibite.
- Ragazzi, ho sete. Vado a bere qualcosa.
Sono loro. E li metto al corrente.
- Figurati. Ora ci si diverte. Un si vedeva l’ora di tirare a qualcuno. Appena è finita, mettiti dietro a loro. E indicaceli.
E così, all’uscita, mi accodo agli aretini. Vicino al baracchino, dico:
- Mi sa che avete finito di rompere i coglioni
- Alo’. Ora te cavi la sete col presciutt………
Ma quello più grosso non finisce nemmeno la frase, che prende un ballino di cemento sul naso. Mentre l’altro è già K.O. Per un destro alla punta del mento. Il problema è che questi ragazzi, una volta messi in batteria, è difficile fermarli. Ne sanno qualcosa i Vigili Urbani del paese, accorsi per sedare la rissa: colpiti e affondati.
- Ragazzi, andiamo via. Che la faccenda ha preso una brutta piega.
Loro, saltano in macchina e se ne vanno. Io, mi avvio a piedi, veloce, in albergo. E mi chiudo in camera. Scosto una tendina, e vedo i Carabinieri che fermano tutti. E chiedono i documenti.
- Avete notato uno con la maglia viola ?
- Guardi, maresciallo, che qui ce l’abbiamo tutti……
- Quattro sono fuggiti in macchina. Ma uno si è diretto a piedi qui. Uno con la faccia da delinquente (!!!).
- No, maresciallo, qui siam tutti bravi ragazzi.
Comunque, per prudenza, mi faccio portare qualcosa da mangiare in camera. Con la scusa che non mi sento troppo bene. La mattina, prima che faccia giorno, sono già in viaggio verso il mare. Alle sei prendo il caffè a Follonica. E leggo un giornale con la cronaca locale:
“5 energumeni aggrediscono i Vigili di Casteldelpiano”
Il marito andò via a mezzogiorno.
Ebbi molte ore per guardarmi e riguardarmi allo specchietto della macchina.
E cercar di capire se avessi davvero la faccia da delinquente.